Filastrocche della prima volta

PRIMO SORRISO

Provengo da un luogo

di cui non sai nulla,

mistero nel corpo

che adesso mi culla.

Blu di distanza

il mio liquido sguardo

si sofferma ed indugia

tra partenza e traguardo.

Passano i giorni

di questa mia vita,

una mano li conta

e pochissime dita.

Passano i giorni,

e ogni giorno di più

mi distacco dal mondo

dove non c’eri tu.

Mi hai dato alla luce

e la luce mi tocca

quando, radiosa,

mi guardi la bocca.

Il mio primo sorriso

ti dice che adesso

il mio mondo e il tuo mondo

sono lo stesso.

PRIMI PASSI

So gattonare! Guardate un po’ qua:

me ne vado da sola dove mi va!

La mano davanti e il ginocchio di dietro,

guadagno terreno di metro in metro.

Mi fermo e riparto, faccio un bel giro

e dentro allo specchio mi vedo e mi ammiro.

Mi aggrappo, mi spingo, mi alzo anche in piedi…

ormai sono grande, che cosa ti credi?

La mamma e papà non hanno più tregua,

questa è la legge: chi m’ama mi segua!

Adesso son stanca, non ne posso più,

venite, vi prego, tiratemi su!

PRIMO DENTINO

Ecco è spuntato! Non è il sole al mattino…

È lui, è perfetto, è il mio primo dentino!

Se mordo, se stringo, ora lascio un bel segno,

è il sigillo, lo stemma, del mio piccolo regno!

Per questo sorriso a una sola unità,

sono adorato come Sua maestà!

PRIMA PAROLA

Ma… mam… provo e riprovo,

mam… ma… la cerco, la trovo,

mammamm… mi sto avvicinando…

Mamama! Stizzito comando!

Mamm… più dolce sussurro…

ma… un po’ rosa un po’ azzurro.

Ma-mam… Carezza di suono.

Mamm… Sapore di buono.

Mama… Abbraccio di voce,

mammm… bisogno feroce!

Ma-mamma! Ecco l’ho detta!

Mamma! La parola perfetta!

PRIMA PAPPA

Stelline, puntine, animaletti,

carote, patate e broccoletti…

saranno nati spontaneamente…

Vedi che sorriso innocente?

Li trovi per giorni dietro il divano,

sotto il tappeto, sull’asciugamano,

dentro al letto, stampati sul muro…

Non sono colpevole, te l’assicuro!

Pomodoro, formaggio, carne e verdure,

mamma, se vuoi, cucinali pure…

Mi piace il colore e la consistenza,

l’effetto che fanno sulla credenza.

Adoro la pappa, son proprio contento!

La guardo, l’annuso, la lancio nel vento,

la prendo nel pugno e ne faccio un purè,

un po’ addosso al gatto, un po’ addosso a te.

È perfetta la pappa, per imparare

a prender la mira, lanciare e centrare.

Perché mai la dovrei mangiare?

PRIME SCARPE

Belle e paffute

mi sono piaciute.

Le ho annusate

mordicchiate

lanciate

infine indossate.

Sono legate strette

da un amore a non finire,

non me le toglierei

neppure per dormire.

Con tanta fierezza

mostro la bravura

dei miei piedi invincibili

nella loro armatura.

Passa da quei passi

la strada che farò

con le mie scarpine nuove

per il mondo me ne andrò!

PRIME OPERE

Basta giusto un po’ di ingegno,

ed ecco a voi il mio primo disegno.

Una macchia di rosso, un soffio di blu,

un tocco di verde appena più in giù.

Il pennello corre come un treno in pianura

la matita lo segue diritta e sicura.

I pastelli, li adoro! Che bella invenzione!

Obbediscono solo all’immaginazione.

Impronta di mano, colore che cola…

Ma perché mai la mamma si sgola?

Non riesco a capire, non sono sicuro.

Urla soltanto: “Il mio povero muro!”

PRIMI BISOGNI

Una piccola chiazza lievemente dorata,

la mamma mi guarda tutta ammaliata…

Un grumetto scuro e maleodorante,

la mamma mi guarda con occhio adorante…

“Sei stata bravissima!”, allegra mi dice.

Ci vuol poco poco per farla felice!

Basta pensare che quel vasino

ha preso il posto del pannolino.

Ma archiviata la novità

finisco per farla di qua e di là.

Un po’ di entusiasmo proprio all’inizio,

ma che i genitori non prendano il vizio.

Ho cose importanti io per la testa,

e per la pipì il tempo non resta.

Son concentrata su quello che faccio:

la mamma si armi di pazienza e di straccio!

PRIMO LETTINO

Mamma, papà, sotto il mio letto

c’è di sicuro un animaletto!

Si muove, respira, digrigna i denti…

Mamma, davvero tu non lo senti?

Fa troppo rumore, non posso dormire,

babbo, babbino, vieni a sentire!

È il mio primo lettino, mi piace tanto,

però che ne dite di stare qui accanto?

Va bene, ci provo. Mi metto giù.

Prometto che adesso non vi chiamo più.

Ma nel vostro lettone non fa un po’ freddino

se non ci son io vicino vicino?

Allora sentite come si fa,

vengo con voi a dormire di là.

Soltanto per farvi un po’ compagnia

e quando dormite me ne vado via!

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Si chiama materna, ma mamma non c’è.

Mi portano qui e non capisco perché.

“Resta con noi, ti divertirai tanto!”

promette una donna, sedutami accanto.

“Faremo dei giochi, e balli e canzoni.

ritagli, sculture, disegni e invenzioni!”

Di giochi in effetti è piena una cesta…

“Dammi la mano, io son la maestra!”

No, no, non voglio, io son diffidente.

Dei vostri giochi non m’importa niente!

Ne ho tanti, tantissimi a casa mia.

Mamma, ritorna! Portami via!

Scende una lacrima giù verso il mento,

solo un singhiozzo, un breve lamento.

Poi la maestra ci chiama: “Bambini!

Sedetevi tutti vicini vicini…

Vi devo svelare un segreto importante

che non deve sapere mai nessun grande!”

Di quel che ci disse non ti posso dire,

è un mistero che tanto non potresti capire.

E quando la mamma alla fine è tornata,

mi ha chiesto: “Allora? Una bella giornata?”

Io ho detto soltanto, agli amici lì intorno:

“Aspettatemi qui! Domani ritorno!”


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